Pubblicato giovedì, 18 novembre 2010 17:04 - Letture Articolo 4941 - Condividi 
Tornando a scuola a parlar di poesia
Leonardo Barucca e Simone TranquilliSono passati 36 anni da quando ho messo piede per la prima volta alla scuola Pascoli eppure mi sembrano passati 5 minuti. Qui ho frequentato la prima elementare, poi ci hanno trasferito nella sede distaccata in Piazza Garibaldi. Ieri (martedì 16 novembre, NdR) io e il mio amico Leo Barucca siamo stati invitati dal maestro e amico Luciano Montesi a parlare e scambiarci le nostre opinioni sulla poesia con una classe di bambini di quinta elementare, la V B, la classe di Luciano.
 
Io e Leo per chi non lo sapesse, a volte ci divertiamo con le parole, e qualcuno ci chiama addirittura poeti per la nostra passione inoltre abbiamo pubblicato un libro di poesie in larga parte dialettali.

Siamo arrivati a scuola, ieri pomeriggio verso le due e dopo 36 anni, tutto è rimasto tale e quale al 1974, l'unica differenza è che stavolta eravamo dalla parte opposta della cattedra.

Abbiamo trovato Luciano e i suoi ragazzi, una classe attentissima e preparatissima.
Abbiamo letto alcune poesie di Toti Scialoia e Vivien Lamarque, perchè Pascoli, Carducci e Rodari ci sembravano troppo scontati.
Ci siamo lanciati anche nella lettura di alcune cose nostre. Per Leo è stato facile, per me molto meno in quanto trovare una mia storia senza traccia di parolacce è praticamente impossibile.

Leonardo Barucca "alla lavagna"Poi la "lezione" è continuata e coi ragazzi abbiamo parlato di cosa sia la poesia, di cosa la differenzia dal semplice racconto, della musicalità del verso, della rima, dell'assonanza, di come a volte la poesia sia un proiettare su un foglio uno stato d'animo che sia di gioia o malinconia e di come tutti ma proprio tutti possono cimentarsi in questa "arte" in questa forma espressiva e di comunicazione, senza vergogna e senza complessi di inferiorità.

Infatti i ragazzi ci hanno letto con entusiasmo anche le loro cose e giuro che sia io che Leo siamo rimasti sbalorditi dalla loro bravura.
Erano cose tutt'altro che banali. C'era in quei versi tanta profondità. Alcuni visionari, altri piantati per terra e concreti, ma nessuno di loro è stato in assoluto nè noioso nè scialbo.
Bravissimi.

Dopo un'ora, bisogna dirlo, il livello di attenzione è un po' calato ma abbiamo trovato degli escamotage per ridestare gli alunni con un vero e proprio slam poetry, una gara di poesia maschi contro femmine che ha risvegliato l'agonismo della classe.

Una menzione particolare però, voglio farla per Luciano Montesi, un uomo e un maestro che conosco ma non molto approfonditamente.
Con lui ho una conoscenza di pochi anni, abbastanza superficiale, ma come maestro posso dire che è fantastico.
E' l'insegnante che tutti vorrebbero.
Luciano conosce i suoi ragazzi uno ad uno. Di ognuno sa le caratteristiche, i pregi e i difetti.
Mi ha fatto ridere quando di un bambino ha detto "E' molto bravo ma si spaventa di fronte alla quantità".

Luciano Montesi e Leonardo BaruccaLuciano è un maestro che si fa rispettare senza mai gridare o alzare la voce.
E' un amico autorevole ma non autoritario e si vede che i ragazzi lo stimano molto e lo adorano.
Riesce ad essere compagno e guida. Mi è piaciuto molto e chiunque mi conosce sa che non scrivo queste cose per piaggeria.

Alla fine i ragazzi ci hanno chiesto di firmare i loro quaderni e lì lo ammetto mi sono sentito un pò a disagio, anche perchè dovremmo essere stati noi a chiedere le loro firme, perchè non so davvero se da un pomeriggio come quello di ieri, è più ciò che abbiamo appreso o viceversa.

Io spero solo che gli indiscriminati tagli governativi della coppia Gelmini-Tremonti non mettano a repentaglio queste realtà virtuose che uomini e donne come Luciano e i suoi colleghi costruiscono ogni giorno con passione e impegno.
Sarebbe un vero peccato.
Soprattutto per i nostri ragazzi.

Grazie a tutti da Leo e Quilly



di
Simone "Quilly" Tranquilli

Commenti
a scuola
Scritto da Visitatore anonimo il 2010-11-24 17:33:27
Anche il poeta Enrico Dignani andra a trovare la quinta D a spiegare perché né vale la pena essere poeti.Dovrò accattivarmi la loro simpatia o sono perduto.

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