Mense scuola: gli insegnanti di sostegno sono insegnanti di classe a tutti gli effetti
Partiamo dalla considerazione che una scuola in cui un insegnante non possa mangiare con i suoi alunni ma solo presenziare e controllare, sia un pessimo modello educativo, tanto più se si tratta di un insegnante di sostegno.
Essendo persone di scuola sappiamo bene quali siano le disposizioni normative e conosciamo anche la complessità organizzativa del servizio scolastico.
Quando il Dott. Mandolini parla di assegnazione del pasto gratuito a tutti quegli insegnanti di sostegno che protraggono l’orario di lavoro oltre le ore 14, contravviene alle normative sia ministeriali che contrattuali in quanto la refezione scolastica si realizza in fasce orarie comprese tra le 12,25 e le ore 13,25 massimo, registrando, quindi la presenza ANCHE dell’insegnante di sostegno al quale, ribadiamo, l’amministrazione palesemente non riconosce equità di trattamento.
E ribadiamo che, purtroppo, la prassi in auge nel nostro territorio comunale non rispecchia la normativa. Il dott. Mandolini infatti scrive che: “tutti i docenti ordinari che svolgono il servizio di vigilanza ricevono il pasto gratuitamente, così come i collaboratori scolastici addetti al servizio mensa”.
Si dimentica che i docenti di sostegno sono a tutti gli effetti insegnanti di classe e che, cosa non trascurabile, devono essere presenti durante l’orario della mensa per permettere all’alunno portatore di handicap di fruire del pasto in modo agevole aiutandolo in questo momento educativo e di condivisione con la classe.
Per quanto attiene questi insegnanti pare dunque evidente come le affermazioni del dirigente vadano contro la normativa poiché non viene riconosciuto loro, come da contratto, “il diritto alla fruizione del servizio di mensa gratuita al personale docente in servizio in ciascuna classe o sezione durante la refezione” anche “laddove risultino presenti contemporaneamente due insegnanti” appunto come nel caso dell’insegnante di sostegno.
E questo dovrebbe valere anche per gli assistenti personali, dipendenti di cooperative che per 8,50 euro l’ora assistono gli stessi alunni e debbono pagare 5 euro di mensa.
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Partiamo dalla considerazione che una scuola in cui un insegnante non possa mangiare con i suoi alunni ma solo presenziare e controllare, sia un pessimo modello educativo, tanto più se si tratta di un insegnante di sostegno.